Il combinato disposto dell’automazione e del congelamento dell’economia cancellerà posti di lavoro ma al contempo velocizzerà il processo di creazione di nuove figure professionali. Questi due processi viaggiano però a velocità differenti quindi è possibile si crei una contrazione dell’offerta di lavoro in certi settori. L’impatto del Covid-19 potrebbe anche aggravare le disparità esistenti all’interno dell’Unione Europea tra i diversi paesi. Potrebbero aumentare le disparità tra lavoratori e regioni, tra chi ha un diverso grado di istruzione e tra i giovani.
Ls McKinsey Global Institute ha condotto uno studio intitolato Il futuro del lavoro in Europa dove sono stati analizzati 1.095 mercati del lavoro locali in tutta Europa, incluse 285 aree metropolitane. I ricercatori stimano che fino a 59 milioni di posti di lavoro europei, cioè il 26% del totale, sono a rischio a breve termine attraverso riduzioni di ore o salari, licenziamenti temporanei o licenziamenti permanenti. La popolazione europea in età lavorativa diminuirà di circa 13,5 milioni, pari al 4%, entro la fine del decennio. In calo sarà elevato in Germania con quasi 4,0 milioni di persone, in Italia con circa 2,5 milioni di persone e in Polonia con 2,3 milioni di persone.
I settori più colpiti dalla disoccupazione post-Covid-19 saranno quelli del servizio clienti e vendite, servizi di ristorazione e occupazioni di edifici.
Prima del Covid l’occupazione totale nei 27 paesi UE, più Svizzera e Regno Unito, è aumentata di quasi di quasi il 10% tra il 2003 e il 2018, raggiungendo livelli record. Mentre i salari reali medi sono cresciuti solo dello 0,9% all’anno in tutta Europa tra il 2000 e il 2018.
Entro il 2030 si stima che circa il 22% delle attività della forza lavoro nell’UE (53 milioni di posti di lavoro) potrebbero essere automatizzati. Tra i presupposti c’è, oltre al fatto che questa crisi sia solo un brutto ricordo, la speranza che i nuovi posti di lavoro creati compensino totalmente o parzialmente questa perdita di lavoro legata all’automazione. Se però entro il 2030 il continente fosse riuscito a recuperare solo i posti di lavoro pre-covid, i tassi di occupazione dovrebbero comunque salire di tre punti percentuali per riuscire a riempire i probabili posti di lavoro disponibili.
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